Sindrome del tunnel carpale feat

La sindrome del tunnel carpale è caratterizzata dalla compressione del nervo mediano all’altezza della porzione volare del polso (verso il palmo della mano), rientra nelle sindromi compressive tronculari del sistema nervoso periferico, ovvero quelle condizioni in cui i nervi sono coinvolti nel loro passaggio attraverso altre strutture anatomiche. Rappresenta la neuropatia compressiva più frequente nell’arto superiore.

È una patologia molto comune, l’incidenza media è di circa 376 casi annui ogni 100.000 persone, più frequente nelle donne con 491 casi annui su 100.000 contro 258 negli uomini[1].

tunnel carpale

Figura 1: Prometheus – testo atlante di anatomia – EDISES

Il tunnel carpale è un canale che si trova all’altezza del polso, ha come bordo superiore il legamento trasverso del carpo, come base le ossa del carpo. Al suo interno passano i tendini dei muscoli flessori delle dita (avvolti dalle loro guaine) e il nervo mediano.

Per caratteristiche anatomiche i contorni del tunnel carpale non sono estensibili, al suo interno le strutture che vi passano possono essere esposte a problemi di vario genere che ne cambiano il diametro o lo spessore (come avviene nelle guaine dei tendini quando si infiammano) e la struttura che invece è comprimibile è proprio il nervo mediano che vi passa vicino e che è il responsabile dei sintomi che riporta il paziente.

La sindrome del tunnel carpale può presentarsi in varie forme cliniche:

  • Idiopatica: molto comune negli adulti, in cui è difficile stabilire la causa non essendo evidente un evento scatenante o una patologia concomitante.
  • Attività lavorative: l’utilizzo di vari attrezzi o posizioni lavorative prolungate possono creare una condizione di sovraccarico locale che determina una modificazione dell’anatomia o della fisiologia dei tessuti.
  • Forma sistemica: diabete, problemi tiroidei, menopausa, obesità, patologie renali, malattie reumatiche, infiammazioni sistemiche croniche, infezioni, masse occupanti spazio.
  • Forma traumatica
  • Per variazioni anatomiche: la conformazione anomala congenita delle strutture che formano il tunnel possono creare compressione.

tunnel carpale tunnel carpale

La pressione interna nel canale è di circa 2,5 millimetri di mercurio, il cambio di pressione può generare cambiamenti nella fisiologia del nervo, quando questa aumenta, diminuisce l’afflusso di sangue al nervo che diventa edematoso fino ai 30 mmHg in cui la compressione è tale da generare una diminuzione della conducibilità nervosa. I motivi per cui la pressione nel tunnel carpale può aumentare sono determinati dalle varie forme cliniche prima descritte.

La diagnosi passa necessariamente dall’esame clinico e da un eventuale supporto di esami strumentali.

tunnel carpale

Figura 2: Prometheus – testo atlante di anatomia – EDISES

I sintomi riportati dal paziente sono:

  • Inizialmente: parestesie con formicolio e scarsa sensibilità sulla parte palmare delle prime tre dita, più presente di notte.
  • Nelle fasi intermedie: si associa difficoltà a compiere movimenti fini come allacciare un bottone.
  • Nelle fasi avanzate: compare dolore intermittente spontaneo e difficoltà a compiere le normali funzioni con la mano.
tunnel carpale

Figura 3: Phalen test (Handbook of clinical examination in orthopedics – Springer)

Il cinico eseguirà dei test specifici per evocare i sintomi (come il Tinel, Durkan o il Phalen).

L’esordio e la progressione della patologia sono abbastanza caratteristici, così come il corollario clinico, se persistono ancora dubbi esami come l’elettromiografia ci può aiutare.

Ovviamente vanno sempre considerate le patologie che possono mimare gli stessi sintomi del tunnel carpale, quindi è importante fare sempre una corretta diagnosi differenziale.

 

Problemi come radicoliti cervicali o cervicobrachialgie, altre sindromi da intrappolamento dell’arto superiore, polineuropatie, neuropatie periferiche di vario genere possono avere in comune alla sindrome del tunnel carpale i sintomi.

Il trattamento conservativo nelle prime fasi risulta di solito efficace:

  • Tecniche manipolative sui tessuti molli o sulle articolazioni
  • Lavoro sulle catene miofasciali dell’arto superiore
  • Esercizi per la mobilità articolare
  • Terapia fisica
  • Utilizzo di tutori adeguati
  • Astensione dalle eventuali posizioni o attività scatenanti
  • Utilizzo di farmaci antinfiammatori steroidei o non

Nelle fasi avanzate può essere necessario l’intervento chirurgico che consiste nel dissecare il legamento trasverso del carpo, in modo da creare più spazio ai tessuti interni al canale, utilizzando tecniche sempre più mini invasive.

[1] Fonte Humanitas